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Variazione di bilancio, la discussione generale fa emergere le criticità

09/03/2024 16:30

Eleonora Angeli

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Variazione di bilancio, la discussione generale fa emergere le criticità

In allegato la convocazione della tornata d'Aula

Avviata stamane in Consiglio provinciale la discussione generale sul disegno di legge 10 del Presidente Fugatti di variazione al bilancio di previsione della Provincia per gli esercizi 2024-2026. Dagli interventi sono emerse le criticità e le proposte di modifica sulle quali l’opposizione auspica un confronto e il possibile accoglimento. Sono ben 3.861 gli emendamenti depositati al testo dalle minoranze. I lavori riprendono alle ore 15.00 con l’intervento del consigliere Filippo Degasperi (Onda).

 

Date per lette le relazioni di maggioranza e di minoranza, l’assessore Achille Spinelli ha fatto le veci del Presidente nell’illustrare le motivazioni di questa manovra che ha il preminente obiettivo, ha chiarito, del rinnovo dei contratti collettivi di lavoro 2022-2024 del personale degli enti del sistema pubblico provinciale e per l'area negoziale delle categorie del comparto sanità. Il responsabile dell’economia ha sottolineato che il provvedimento deriva da un accordo con lo Stato, con l'iscrizione delle entrate derivanti dai gettiti arretrati delle accise sul carburante ad uso riscaldamento su ciascuno degli anni 2024-2026 (107 milioni di euro annui, a cui è previsto si aggiungano anche 107 milioni per il 2027) e la riduzione, per gli stessi esercizi, della spesa afferente il concorso agli obiettivi di finanza pubblica nazionale (11,44 milioni di euro annui). Il riferimento è all'accordo definito da Spinelli “equo e vantaggioso” firmato lo scorso 25 settembre tra la Regione, le Province di Trento e di Bolzano e il Ministero dell'Economia e delle finanze e al riconoscimento alla Provincia di arretrati relativi al periodo 2010-2022 per 468,14 milioni di euro (40 i milioni erogati nel 2023). La variazione di bilancio prefigurata dal ddl mette così in campo, da un lato, 119 milioni di euro annui complessivamente per il rinnovo dei contratti collettivi di lavoro 2022-2024 del personale degli enti del sistema pubblico provinciale e per l'area negoziale delle categorie del comparto sanità dall'altro, dall’altro, con riferimento alla riforma dell'Irpef approvata, la copertura della riduzione di devoluzioni con una mobilitazione di un totale di 44,6 milioni di euro (a fronte del minor gettito la legge di bilancio statale 2024-2026 riconosce alla Provincia un ristoro di 19,5 milioni di euro). 

 

Il consigliere Paolo Zanella (PD) è partito dal contesto complicato in cui si inserisce la variazione di bilancio. Un periodo in cui le democrazie si stanno contraendo, cosa che potrebbe interessare anche il nostro paese, qualora andasse in porto la riforma sul premierato, ha dichiarato. Accanto a questo il tema del cambiamento climatico o il problema demografico che sta determinando una società sempre più vecchia. Uno scenario, insomma, su cui si dovrebbe fare una doverosa riflessione, ma che di fatto viene costantemente negato da questa maggioranza. Pur trattandosi di una piccola variazione, Zanella ha stigmatizzato il fatto che non contenga alcun riferimento alle sfide cruciali, come il tema ambientale, quello della casa, quello della conciliazione e di parità delle opportunità, oppure quello della sanità con i problemi macroscopici della carenza dei medici o delle liste di attesa o ancora quello dell’accoglienza e delle politiche migratorie. Tutte istanze sulle quali noi saremmo pronti a collaborare, ha detto, ma che non vengono prese minimamente in considerazione. Sappiamo che il problema di questo territorio è la bassa produttività che significa bassi salari e basse entrate fiscali con conseguente minore capacità di mettere in campo politiche locali. Per lavorare sulla produttività non servono solo gli incentivi alle imprese, ma un vincolo degli aiuti ad investimenti e maggiori redditi e stabilizzazione del personale, visto che siamo la provincia con il più alto tasso di precariato e, nel caso delle donne, con un marcato gap salariale. L’accordo di San Michele citato dall’assessore Spinelli, ha osservato, ha ridefinito gli arretrati sulle accise, che sono stati recuperati, in cambio però della rinuncia ad altre entrate e alla compartecipazione al gettito sulle accise da riscaldamento: questo significa aver derogato ad un principio fondamentale per la nostra autonomia e il vero vulnus sta a suo parere proprio qui. In definitiva, a Zanella quello di san Michele non sembra essere stato un grande accordo. Quanto al tema del rinnovo contrattuale occorre a suo avviso ragionare sul recupero del potere di acquisto perché siamo l’unico paese dell’Ocse ad avere perso potere di acquisto. Sulle foresterie l’articolo 12 è stato emendato come suggeriva il Cal, ma serve comunque un supplemento di riflessione. Sulla delicata questione dell’idroelettrico abbiamo tentato la via della proroga che non è andata, adesso dobbiamo pensare di riassegnare le concessioni e il tema è in che modo farlo. Sul tema dei commissari che si vogliono introdurre con emendamento ci si chiede quale sia il vantaggio della deroga alla via tradizionale di gestione delle opere pubbliche. Ma gli articoli sui quali come minoranze dissentiamo maggiormente, ha detto, sono il 4 e 5 sui sostituti direttori e sul concorso per i direttori di ufficio. E’ un tema di principio: così come scritti questi articoli non garantiscono trasparenza e il buon andamento della pubblica amministrazione: si tratta a suo avviso di “un concorso farsa” che crea una discriminazione e non segue dei principi meritocratici. La proposta elaborata dalle minoranze è di modificare entrambi gli articoli prevedendo un concorso secondo il regolamento attuativo della legge e per indirizzi, se non per la singola posizione. Zanella ha poi annunciato emendamenti sulla casa, togliendo la possibilità ai comuni di ridurre l’Imis per gli affitti brevi, una previsione iniqua in questo momento storico; altre modifiche per togliere il criterio dei dieci anni di residenza, che non esiste più, per l’accesso agli alloggi Itea. Sulla questione del sociale una modifica emendativa prevede l’integrazione delle risorse destinate ai contratti di lavoro per arrivare a 7,5 milioni di euro. Ancora, si chiede di indicizzare l’assegno unico e, richiamando il pronunciamento della corte europea dei diritti dell’uomo, di togliere il criterio dei cinque anni. Infine, sulla sanità la proposta è quella di prevedere la deroga dei tre anni per l’accesso alle cure odontoiatriche per i bambini.

 

Per Paola Demagri (Casa autonomia) questa è una variazione di bilancio prettamente economica dove è assente anche il minimo ragionamento di programma: ne prendiamo atto con proposte emendative, cercando di migliorarla, ha detto. In particolare il riferimento è alla questione casa che si sta facendo sempre più allarmante, per i giovani e per le famiglie in difficoltà. Ancora, il focus è sulle diffuse povertà, sul futuro incerto per le generazioni giovanili, sulla sanità per le difficoltà a reperire risorse e per la crisi trasversale del settore. Apprezzato da Demagri l’impegno e l’attenzione riservati da questo ddl verso il pubblico impiego che cozza però ha rilevato, con le parole e gli atteggiamenti impropri tenuti da questa maggioranza in passato nei confronti dei cosiddetti dipendenti pubblici. Parole che si augura di non dover più ascoltare. Quello che spiace è che la stessa attenzione non ci sia per i contratti privati, in particolare commercio e turismo. Assegno di cura ed assistenza sono ambiti a suo avviso da salvaguardare per la questione demografica, così come un ragionamento attento va fatto sul tema delle diseguaglianze, rafforzando e investendo nel sistema welfare dando opportunità che riducano le differenze e concentrandosi sull’attrattività, in un vero e proprio patto sociale sedendosi al tavolo con chi può dare il proprio contributo dal punto di vista di idee e anche di risorse. L’ostruzionismo, ha notato con riferimento ai numerosi emendamenti presentati a questo disegno di legge, è l’unico strumento a disposizione delle minoranze per ottenere l’ascolto su qualche proposta. Ha condiviso e dichiarato di sostenere le modifiche emendative predisposte dai colleghi di minoranza Zanella e Maule per correggere le storture contenute negli articoli 4 e 5 rispettivamente sulla contrattazione collettiva sul concorso pubblico per l'accesso alla qualifica di direttore d'ufficio. Non ho capito le motivazione dello spostamento, che appare inopportuno, dell’Agenzia per la coesione sociale, ha dichiarato e condivido altre proposte delle minoranze come quelle sul numero degli alunni delle sezioni nella scuola per l’infanzia, auspicando di potere addivenire ad un accordo in tempi rapidi.

 

Francesco Valduga (Campobase) ha premesso una considerazione di metodo sulle relazioni date per lette ai disegni di legge, osservando che è bene che il lavoro svolto in Commissione venga condiviso perché si possa comprendere bene il senso dell’approfondimento svolto prima dell’arrivo del provvedimento in aula. Rispetto al cosiddetto patto di san Michele, ha detto, quelli erano soldi che ci erano dovuti. Non siamo contrari alle parole d’ordine come dinamismo, innovazione, rapporto pattizio, che hanno storicamente caratterizzato l’autonomia. In quel patto tra autonomia e stato, tuttavia, mi pare di avere visto ben poco dinamismo e innovazione. Non è una considerazione di parte, ha chiarito, bensì una riflessione figlia della consapevolezza che la nostra autonomia la si tutela in un rapporto con lo Stato basato sui principi sanciti dallo Statuto. In questo senso la rinuncia alle accise sul gasolio e ad arretrati sui tributi sancisce potenzialmente un pericoloso precedente. Quanto all’indirizzo delle risorse principalmente sui contratti nulla da eccepire, ha aggiunto, dichiarando di condividere i commenti e le proposte illustrate dai colleghi sul concorso e sul tema del personale, in particolare quello dei comuni, ricordando a questo riguardo il rilievo del Cal sulla questione degli alloggi per il personale e su quella degli alberghi dismessi. Quanto alle Ata Valduga ha detto che ha sempre pensato che dovrebbero essere fondate più sul prodotto che su una suddivisione geografica: sarebbe bello porsi qualche domanda anche su questo e sentire cosa ne pensa la maggioranza, tra l’altro poco presente in aula durante il dibattito, ha segnalato. Parlando di turismo e di territorio entra in gioco anche il tema della sostenibilità e di conseguenza quello dell’energia, che ha definito un’opportunità preziosa. Dentro l’articolo che riguarda la gestione di questa importante risorsa occorre a suo avviso discutere un po’ di più del tema della concorrenza e del rapporto con l’Europa: non si può trattare questa tematica solo con riferimento ad una data di scadenza, occorre discutere su come immaginiamo le politiche che riguardano l’idroelettrico in una dimensione che non è solo locale, ma addirittura transfrontaliera e quantomeno euroregionale: ci piacerebbe che su queste strategie che riguardano il futuro di questo territorio ci fosse spazio per parlare anche in occasione della variazione di bilancio. Così come sull’ambito della scuola e della sanità, ha concluso, argomenti strategici sui quali torneremo in seguito ad illustrare le nostre proposte.

 

Mariachiara Franzoia (PD) ha sottolineato alcune tematiche più rilevanti individuate nella variazione. In primis le risorse messe sul contratto del pubblico impiego, per le quali ha espresso plauso e soddisfazione, pur esprimendo l’auspicio di un’estensione dell’aumento del potere di acquisto anche ad altre categorie. Bene dunque le risorse allocate sulla contrattazione collettiva, pur evidenziando le differenze tra dipendenti provinciali e dipendenti degli enti locali. Il rischio è quello di un’emorragia dai comuni più piccoli verso altri enti pubblici, ha ammonito: attenzione a depauperare i primi presidi istituzionali del nostro territorio, ha raccomandato, perché ne va della qualità dei servizi pubblici di base. Necessario integrare anche il contratto delle cooperative sociali, ha aggiunto, perché sono figure essenziali per la tenuta dei servizi, in particolare di cura alla persona, nel privato e nel pubblico. Riguardo all’articolo 12 sulle foresterie, Franzoia ha fatto eco a Zanella nel chiedere alla Giunta se la nuova formulazione abbia tenuto conto delle raccomandazioni del presidente del Cal Gianmoena. Chiediamo che sia facoltà dei comuni la regolamentazione dell’Imis rispetto al tema delle seconde case, auspicabilmente scindendo quelle adibite a locazione da quelle adibite ad affitti turistici brevi. Relativamente al bypass, d’accordo sull’articolo 11 che sembra ampliare i contributi da dare non solo ai proprietari, ma anche ai locatari. Come Demagri ha espresso perplessità e difficoltà a comprendere perché l’Agenzia per la coesione sociale venga sganciata dalle competenze della direzione generale. Ha anticipato in chiusura due ordini del giorno, uno sullo sbarrieramento architettonico e l’altro che chiede l’ampliamento del sostegno ai ragazzi delle superiori nella pratica sportiva.

 

Michele Malfer (Campobase) è tornato sul tema toccato dalle colleghe Franzoia e Demagri con riferimento all’articolo 6 sullo spostamento dell’Agenzia della famiglia dalle competenze della direzione generale della Provincia. Il modello dell’agenzia è vincente dal punto di vista sociale ed economico per la trasversalità ed intersettorialità delle politiche che coinvolgono famiglie, enti pubblici, ma anche le realtà economiche. Mi chiedo se la Giunta abbia compreso davvero il significato di questo ente che verrebbe depotenziato da questa previsione, ha aggiunto rivolgendo un appello accorato alla maggioranza ed auspicando che la stessa torni sulla sua decisione accogliendo la richiesta delle minoranze.

 

Francesca Parolari (PD) ha preso atto con favore della disponibilità di risorse nel rinnovo degli enti locali ed ha sottolineato come, in tema di attrattività del lavoro negli enti locali e sui servizi di cura, sia importante la remunerazione, ma anche garantire un ambiente di lavoro sereno e stimolante. Indubbiamente c’è il rischio per i comuni, sopratutto quelli piccoli, di essere scarsamente attrattivi per i giovani. Accanto ad un giusto riconoscimento delle risorse economiche, serve però a suo avviso anche un forte investimento nella revisione dei modelli organizzativi con attenzione ad una maggiore flessibilità ed alla tecnologia, in un convinto cambio di logica. Sul tema delle scuole dell’infanzia una sua proposta emendativa chiede una revisione del numero massimo dei bambini per sezione da portare da 25 a 22 (anziché 24 come previsto dal ddl). Questo permetterebbe di rivedere i modelli organizzativi migliorando la qualità del servizio e operando un investimento sul futuro. Per quanto riguarda l’assegno unico, un’altra modifica chiede di renderlo strutturale uniformando i diritti di accesso, anche con il riconoscimento all’interno della quota unica, della quota B e dell’assegno di natalità. Investire sulle politiche famigliari anche dal punto di vista economico significa investire sul futuro, ha concluso.

 

Eleonora Angeli (Lista Fugatti Presidente) ha sottolineato la rilevanza dell’autonomia e l’importanza di farla valere nelle sedi romane, come dimostrano i 468,14 milioni di euro di arretrati che tra il 2023 e il 2027 sono arrivati e arriveranno nelle casse provinciali, grazie all’Accordo di san Michele. Ha citato le partite che interessano il nostro territorio in un’ottica di confronto e di collaborazione con il livello centrale, come la norma sulle derivazioni a scopo idroelettrico e la delicata questione del SIN di Trento nord, argomento quest’ultimo che la manovra affronta dal duplice punto di vista: la tutela ambientale e il profilo economico di chi sarà danneggiato dalla presenza del cantiere. Angeli ha poi citato le Olimpiadi invernali 2026 e i fondi stanziati per rinnovare gli impianti di Predazzo e di Tesero, assieme alla volontà di investire per migliorare la mobilità interna nelle Valli di Fiemme e Fassa.
Quanto al pubblico impiego, ha detto, credo sia apprezzabile che ci si rapporti alla tematica valutando l’esigenza di risorse umane ma anche il riconoscimento del trattamento spettante e dei rinnovi contrattuali. Infine, un cenno alle problematiche fondamentali come la casa, un tema che non può trovare a suo parere completa soluzione attraverso l’introduzione di una norma in variazione di bilancio: si tratta di una grossa responsabilità della politica, ha concluso, rispetto alla quale spero riusciremo a porci tutti indifferentemente in reciproco ascolto e confronto per trovare nel corso della legislatura le migliori risposte per il nostro Trentino.

 

Vanessa Masè (Civica) ha svolto una breve riflessione sugli accordi che la Pat si trova a dover fare con lo Stato, notando che l’accordo di San Michele è per la prima volta un accordo “a dare” e non “ad avere”. L’accordo di Milano era stato recepito con legge ordinaria dello Stato nel 2009 e questo tipo di procedure non le ha inventate il presidente Fugatti, ha osservato. Il tema dei rapporti con lo Stato, che si propone periodicamente, mette le Province autonome di Trento e di Bolzano in una situazione storicamente diversa rispetto a quando è nata l’autonomia. Queste precisazioni, ha commentato, sono doverose perché non vorrei passasse il concetto che stiamo andando a depauperare l’autonomia, mentre cerchiamo di difenderla e tutelarla, in un rapporto rispetto al passato sempre più complesso.​​​

Persona al centro, innovazione nel cuore, politica per il cambiamento. 

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