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Approvazione della proposta di riforma dello statuto speciale di autonomia del Trentino Alto Adige

07/05/2025 17:59

Eleonora Angeli

ARTICOLI, costituzione, statuto, Provincia Autonoma di Trento , Provincia Autonoma di Bolzano, maggioranza assoluta, Fugatti, Autonomia, Kompatscher, Statuto Speciale,

Approvazione della proposta di riforma dello statuto speciale di autonomia del Trentino Alto Adige

Approvata oggi in Consiglio provinciale la proposta governativa di riforma dello Statuto Speciale del Trentino Alto-Adige a seguito di una lunga discussione per

Approvata oggi in Consiglio provinciale la proposta governativa di riforma dello Statuto Speciale del Trentino Alto-Adige a seguito di una lunga discussione per divenire all’approvazione del parere da trasmettere al Governo. Il percorso per arrivare alla riforma dello Statuto vede impegnati sia i Consigli provinciali di Trento e Bolzano che il Consiglio regionale, coinvolgendo tutti i rappresentanti del nostro territorio. Abbiamo infatti la possibilità di esprimere delle osservazioni rispetto alla proposta elaborata dal Governo quale esito delle negoziazioni protratte dai Presidenti Fugatti e Kompatscher. Suddetto parere risulta fondamentale al fine di far valere in maniera ancora maggiore le nostre istanze. In qualità di Presidente della III commissione regionale, ho già avuto modo di ascoltare autorevoli opinioni e analisi attraverso le audizioni e mi sto preparando a portare una proposta condivisa ai miei colleghi consiglieri regionali. L’obiettivo sul fronte regionale deve essere quello di ricercare una sintesi tra richieste della Provincia di Trento e della Provincia di Bolzano. 

Quando si tratta di Autonomia la mia attenzione è massima. Ho voluto intervenire ieri in apertura della discussione generale per portare la mia lettura del percorso che ci ha portati a chiedere il ripristino e l'aggiornamento delle competenze provinciali ed illustrare la proposta che ho depositato per integrare il parere sul testo di modifica statutaria con cui sostegno che attraverso una piccola integrazione nel testo ci si possa tutelare maggiormente da ulteriori menomazioni della nostra autonomia da parte della giurisdizione costituzionale e del governo. Tale necessità è stata dichiarata anche da altre componenti politiche dell’Aula il quale ha permesso di giungere ad una sintesi ed all’approvazione all’unanimità della proposta di mantenere attiva la clausola di maggior favore prevista all’articolo 10 della legge costituzionale 3 del 2001. 


Desidero inoltre ringraziare la Provincia Autonoma di Trento, il Presidente della Provincia Autonoma di Bolzano e i tecnici che hanno seguito con attenzione l’intero iter. Un percorso che, anche a livello dei diversi organismi regionali e provinciali, ha permesso al Consiglio di esaminare in profondità la proposta oggi posta al voto. Questo lavoro si è articolato attraverso le commissioni competenti: la Commissione per l’Autonomia della Provincia Autonoma di Trento, presieduta dal collega Kaswalder; la corrispettiva Commissione della Provincia Autonoma di Bolzano; e infine la III Commissione regionale, che ho l’onore di presiedere. Va ricordato che il percorso regionale non si esaurisce oggi: dopo il voto odierno nelle due Province autonome, seguirà il 12 la seduta della Commissione regionale e, il 14, il voto del Consiglio regionale sul proprio parere.

Con soddisfazione, non personale ma in rappresentanza della comunità trentina, evidenzio come oggi siamo riusciti a raggiungere una sintesi politica e istituzionale ampia. Il voto espresso si è orientato in senso favorevole, con il sostegno della maggioranza e di quasi tutta l’opposizione.

Ritengo opportuno riepilogare lo stato attuale delle osservazioni approvate. I pareri che saranno trasmessi a Roma — da parte della Provincia Autonoma di Trento, della Provincia Autonoma di Bolzano e a livello regionale — saranno di tipo positivo o negativo, come previsto dalla procedura. In particolare, cinque osservazioni hanno raccolto un consenso trasversale. Ho ritirato la mia proposta originale sulla clausola di maggior favore a favore di un testo condiviso firmato sia da esponenti della maggioranza che della minoranza. Vi sono poi le osservazioni sul riconoscimento della parità tra le competenze legislative statali e quelle provinciali o regionali; il rafforzamento della tutela delle minoranze linguistiche; l’introduzione, accanto alla denominazione “Provincia Autonoma di Trento”, di ulteriori denominazioni storiche per valorizzare le radici culturali del nostro territorio; e infine l’osservazione riguardante le competenze in materia di acqua ed energia, che auspica una maggiore organicità e, ove necessario, l’estensione delle competenze provinciali.

La riforma in discussione si inserisce in un contesto complesso, segnato da una progressiva erosione delle prerogative autonome a seguito della riforma del Titolo V della Costituzione e degli orientamenti restrittivi della Corte costituzionale. Non è dunque un’operazione tecnica o politica isolata, ma un’iniziativa necessaria per restituire vigore alla nostra autonomia, affinché essa non resti un principio astratto ma si traduca in strumenti efficaci per rispondere alle esigenze concrete delle nostre comunità.

Il testo interviene in maniera incisiva sia sui principi generali che sulle competenze specifiche: dal ripristino degli standard autonomistici erosi, all’eliminazione delle grandi riforme economiche e sociali come limite statutario, fino al rafforzamento del principio dell’intesa debole, che prevede che il parere dei Consigli provinciali e regionali venga considerato come un’intesa formale, superabile solo dal Parlamento con maggioranza assoluta.

In materia di competenze, si segnala l’estensione su pubblico impiego, commercio, gestione dei rifiuti, derivazioni idroelettriche e fauna selvatica, con attribuzione al Presidente della Provincia della facoltà di intervenire a tutela della sicurezza pubblica, in particolare per quanto riguarda gli orsi problematici. Si tratta di un riconoscimento concreto della capacità amministrativa delle nostre istituzioni.

Questa riforma, più che un “terzo Statuto”, rappresenta un importante passo avanti verso un’autonomia dinamica e resiliente, in grado di consolidarsi e adattarsi all’evoluzione del quadro istituzionale nazionale. In conclusione, auspico che il lavoro della III Commissione regionale possa armonizzare le osservazioni espresse, in modo che il nostro territorio possa offrire un contributo forte, coerente e costruttivo alla definizione del nuovo assetto statutario.

 

Sta a noi, oggi, cogliere pienamente questa opportunità storica.



 

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